I golfisti professionisti non si differenziano dai giocatori dilettanti per il giocare secondo le Regole.
Anche essi commettono degli errori, sia per ignoranza delle Regole sia per distrazione. La grande differenza è nel fatto che i professionisti giocano sotto le luci dei riflettori data dai media e dagli spettatori e ciò evidenzia maggiormente i possibili errori. Qualora un’infrazione non venga evidenziata durante il gioco, è possibile che venga comunicata via telefonica da spettatori televisivi che agiscono prontamente come Rules Official in poltrona.
Spesso accade che un’infrazione venga scoperta dopo che il giocatore abbia firmato il suo score e quindi ne risulta una penalità di squalifica per aver consegnato uno score inesatto.
Marcare una palla sul green è un’azione semplice, ma che non è esente da pericolo di infrazione alle Regole. Probabilmente qualcuno ricorderà un incidente che ha coinvolto il giocatore svedese Jesper Parnevik qualche tempo fa: il giocatore, pensando di aver commesso un’infrazione, chiede l’intervento di un Rules Official. L’accaduto riguardava il fatto che sul green il caddie di Parnevik aveva lanciato al giocatore la palla dopo averla pulita e che questi goffamente non era riuscito ad afferrarla. La palla del giocatore sfortunatamente era andata a colpire il suo marca-palla facendolo rotolare di qualche centimetro. Il giocatore sarebbe incorso in penalità, oppure avrebbe dovuto ripiazzare il proprio marca-palla senza penalità?
Secondo le Regole non c’è penalità, sempre che il movimento della palla o del marca-palla sia direttamente attribuibile allo specifico atto di marcare la posizione, di alzare, di piazzare o ripiazzare la palla. Altrimenti si incorre nella penalità di un colpo. Nel caso specifico di Jesper Parnevik, il fatto che egli non sia riuscito ad afferrare la palla lanciatagli dal caddie e che questa abbia mosso nel cadere il suo marca-palla, non riguardava l’atto specifico di ripiazzare la palla, quindi il giocatore è incorso in penalità.
Un altro caso ha coinvolto un giocatore australiano sul tour giapponese: il giocatore ha ripiazzato la palla sul green davanti al marca-palla e, prima che potesse sollevare il marca-palla, un colpo di vento ha provocato lo spostamento della palla facendola rotolare in una nuova posizione. Il giocatore erroneamente ha ripiazzato la palla dov’era originariamente e ha giocato il putt. Di conseguenza è stato penalizzato di due colpi per aver giocato da un posto sbagliato (Decisione 18-1/12). Questo perchè è irrilevante se un giocatore abbia rimosso il marca-palla prima che il vento abbia mosso la palla, poichè la palla è in gioco nel momento in cui è ripiazzata.
Un altro caso ha coinvolto Tom Lehman durante il secondo giro dell’Open Championship al Royal Troon in Scozia nel 1997: alla seconda buca Vijay Singh gli chiede di spostare il marca-palla poichè era sulla sua linea del putt. Lehman sposta il proprio marca-palla, ma dimentica di riposizionarlo dove era in origine prima di giocare il putt. Risultato: due colpi di penalità per aver giocato da un posto sbagliato (Regola 20-7c).
Due anni dopo, lo stesso Lehman è stato penalizzato nuovamente per un’altra infrazione che riguarda il marca-palla, questa volta durante un incontro con Emanuele Canonica. In questa circostanza egli rappresentava gli Stati Uniti nell’ Alfred Dunhill cup a St. Andrews. Alla buca 18, Lehman erroneamente sollevava il marca-palla dopo essere stato battuto e per questo è stato penalizzato di un colpo.
Un altro caso simile a quello di Lehman che ha coinvolto il marca-palla è accaduto quarant’anni prima a Bobby Locke allora trentanovenne durante il British Open a St. Andrews nel 1957:
Il giocatore marca la palla sul green lateralmente ad una testa di bastone durante il gioco della 72sima buca e dimentica di riposizionarla dove era in origine, giocando il putt da un posto sbagliato.
L’errore è stato rilevato in un documentario e sottoposto al giudizio del Royal and Ancient dopo che il trofeo era stato consegnato. Poichè Bobby Locke era leader con tre colpi di vantaggio su Peter Thompson, il Comitato di Campionato decise, con un ritardo di otto giorni, che egli non aveva tratto alcun vantaggio. Citando l’equità e lo spirito del gioco, il Comitato concluse che Locke non avrebbe dovuto essere squalificato.
Ci sono giocatori che adoperano un aiuto mentale per ricordare di riposizionare la propria palla dove era in origine dopo averla spostata lateralmente ad una o più teste di bastone, questo perchè, come si evince da moltissimi casi accaduti, è veramente facile dimenticare questa procedura, specialmente verso la fine di un giro faticoso quando la stanchezza prende il sopravvento e la concentrazione non è al massimo.
Un caso bizzarro è accaduto a Ian Woosnam durante la World Cup nel 1991, quando è stato penalizzato di un colpo per aver dimenticato di marcare la palla sul green e averla comunque alzata: il giocatore si era allontanato per andare in toilette e nel tornare si era accorto che nella fretta non aveva marcato la propria palla avendola comunque alzata! 🙂
Il golf è uno sport di regole: alcune ci aiutano, altre no. L’unico modo per non incorrere in inutili penalità è quello di conoscere le regole del golf e di portare sempre un libretto delle regole in sacca.
Buon gioco! 🙂
Immagine e testo tratti dal blog di B.Rhodes, con la sua gentile autorizzazione.
Tutto perfetto e………complimenti.
Una mia modesta precisazione con riferimento all’ultimo paragrafo, tutte le regole sono li per “aiutarci”…………….sempre e a prescindere; in buona sostanza non ci sono regole che non ci “aiutano” (se così non fosse che regole sarebbero), ma regole che penalizzano e altre no.